La retta che congiunge le estremità di un arco.

Insieme delle caratteristiche geometriche essenziali del volume di un determinato organismo edilizio. Porzione di edificio, completa di tutti gli elementi costruttivi (dalle fondazioni alla copertura) che per motivi di ordine architettonico o distributivo può essere considerata a sé stante. Il corpo di fabbrica può essere semplice, doppio o triplo, variando da una a tre le file di vani abitabili opportunamente illuminati e aerati delimitati dai muri perimetrali.

Spazio scoperto, a volte porticato, compreso interamente o in parte tra i corpi di fabbrica di un edificio. Più ampio del cavedio, ha lo scopo principale di dare luce ed aria all’edificio stesso, ma può essere anche elemento di rappresentanza. In alcuni casi, come il chiostro negli edifici conventuali, è elemento centrale della composizione del complesso edilizio.

Misura il volume fuori terra di un edificio, calcolato in base alle sue dimensioni esterne.

È l’insieme di linee a quota costante che descrivono l’andamento planimetrico del terreno

Atto di pubblica autorità competente con cui si decide l’espropriazione di una proprietà privata per pubblica utilità.

Si intende il rapporto tra il volume massimo realizzabile e la superficie fondiaria (mc/mq).

Si intende il rapporto tra il volume massimo realizzabile e la superficie territoriale della zona (mc/Ha).Detto indice si applica in sede di strumenti urbanistici esecutivi.

Atto con cui la pubblica amministrazione sancisce il ruolo collettivo sociale di un bene o immobile, per renderne possibile l’esproprio, per gli usi previsti dalle leggi e norme vigenti.

Insieme dei beni inalienabili dello Stato o di enti pubblici territoriali, destinati a soddisfare bisogni collettivi