Atto di pubblica autorità competente con cui si decide l’espropriazione di una proprietà privata per pubblica utilità.

Si intende il rapporto tra il volume massimo realizzabile e la superficie fondiaria (mc/mq).

Si intende il rapporto tra il volume massimo realizzabile e la superficie territoriale della zona (mc/Ha).Detto indice si applica in sede di strumenti urbanistici esecutivi.

Atto con cui la pubblica amministrazione sancisce il ruolo collettivo sociale di un bene o immobile, per renderne possibile l’esproprio, per gli usi previsti dalle leggi e norme vigenti.

Insieme dei beni inalienabili dello Stato o di enti pubblici territoriali, destinati a soddisfare bisogni collettivi

Documento redatto da un professionista abilitato che descrive i lavori ( manutenzione straordinaria, restauro o recupero conservativo, ristrutturazione o nuova costruzione) da effettuarsi in un immobile. Istituita dalla legge 241/1990, la dichiarazione di inizio attività conferisce al cittadino la facoltà di eseguire opere interne con la semplice comunicazione ai competenti uffici comunali.

Diritto a costruire o mantenere sul suolo altrui una costruzione senza però acquisire anche la proprietà del terreno su cui è edificato. Dura in genere fino a 99 anni. In pratica è come una locazione a lunghissimo termine per cui si sia versato in anticipo un canone complessivo. Per il diritto italiano infatti un edificio è di proprietà di chi è titolare del terreno.

Attitudine di una determinata porzione di territorio ad accogliere costruzioni. E’ definità dalle norme urbanistiche ed edilizie di zona contenute nel piano regolatore e si attua con la concessione dell’autorità comunale.

Una qualsiasi costruzione destinata a scopi abitativi o ad altre attività dell’uomo. In genere al termine è associato un aggettivo che ne qualifica la specifica funzione (edificio commerciale, religioso, residenziale) o le caratteristiche morfologiche (a gradoni, a piastra, fronteggiante).

Originariamente, costruzione ospitante una statua e configurata a mo’ di tempietto. In senso traslato, l’incorniciatura di un vano mediante due colonnine o pilastrini che sorreggono un frontone o una cuspide.